Wait a minute, you ain’t heard nothin’ yet
Aspettate un momento, non avete ancora sentito niente
Questa la prima frase registrata in un film, 1927, The Jazz Singer, Interpretato da Al Jolson, diretto da Alan Crosland e prodotto dalla Warner Bros.
Per la decima edizione del Bridge Film Festival bisognava rendere plurimo il tema della sensorialità rispetto all’unicità delle edizioni precedenti. Davanti ad uno schermo televisivo o cinematografico che sia, l’immaginazione di chi guarda prende quota sulle ali della pura visione. Prima dei contenuti e della trama sono le immagini a catturare la nostra attenzione e a veicolare le emozioni. Ma poco ci si sofferma sugli effetti che il suono, dialogo o commento musicale o rumori descrittivi di azioni o del clima ambientale della scena, produce nella sfera sensoriale e nella percezione globale di ciò a cui stiamo assistendo.
Il senso dell’udito sembrerebbe in effetti sottomesso alla prepotente dominanza della vista, come del resto avviene per olfatto, gusto e tatto.
Sulla base della filosofia estetica del francese Mikel Dufrenne, che sottolinea l’importanza dell’intreccio dei sensi e della loro sinergia nella capacità dell’uomo di orientarsi nel mondo e con gli altri, il tema del Bridge FF 2023 indagherà nella storia del cinema, dal muto ai primi scarni dialoghi registrati.
Affronteremo i pro e i contro del doppiaggio, spesso criticato dagli amanti della pellicola in versione originale ma che tanto ha contribuito a rendere iconici certi volti e certe scene nel nostro immaginario collettivo. Parleremo del successo dei primi cartoni animati del dopoguerra che trovarono nel sonoro le giuste musicalità per far vivere dinamicamente e sensibilmente dei disegni in veloce successione e di conseguenza l’indissolubile connubio tra suono e immagine ancora oggi caratterizza le animazioni.
Incontreremo i pionieri dei podcast di Documentari, assisteremo a sonorizzazioni in diretta all’interno degli spazi in dogana, ci confronteremo con doppiatori e rumoristi, per riconoscere e restituire al “sentire” tutta l’importanza che riveste nell’acquisizione dell’immagine nella sua più intima verità.
Il suono dunque, l’udire, che in una sala per concerto o in un teatro è protagonista assoluto e unico interprete della magia sprigionata magicamente dal sussulto di più strumenti, è presente in ogni attimo della nostra vita, quanto la vita stessa che gli scorre dentro.
L’obiettivo di questo tema è allestire una decima edizione cinematografica che abbia il fine di maturare una maggior consapevolezza sulle enormi potenzialità sinergiche tra occhio e orecchio, meravigliosi strumenti in grado di integrarsi e integrarci nel mondo, e di porci altresì legittime domande sui danni dei loro abusi quali l’inquinamento acustico, l’abitudine ormai alla simultanea ricezioni di suoni che ci logorano e depistano e l’inquinamento visivo, il bombardamento indiscriminato di immagini che anticipano e annullano ogni desiderio della scelta del vedere e dell’immaginare.